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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 71
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originale
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[71] Idem facit in natura deorum: dum individuorum corporum concretionem fugit, ne interitus et dissipatio consequatur, negat esse corpus deorum, sed tamquam corpus, nec sanguinem, sed tamquam sanguinem. Mirabile videtur quod non rideat haruspex, cum haruspicem viderit; hoc mirabilius, quam vos inter vos risum tenere possitis? "Non est corpus, sed quasi corpus": hoc intellegerem, quale esset, si in cereis fingeretur aut fictilibus figuris; in deo quid sit quasi corpus aut quid sit quasi sanguis, intellegere non possum. Ne tu quidem Vellei, sed non vis fateri.
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traduzione
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71. Lo stesso errore lo commette nel definire la natura divina. Temendo che la nozione di aggregato atomico
implichi quella di disgregazione e di distruzione giunge ad affermare che gli d?i non posseggono un corpo, ma una
sembianza di corpo, non sangue, ma una sembianza di sangue.
C'? da stupirsi che un aruspice non rida incontrandone un altro, ma ancor pi? desta meraviglia che voi possiate
trattenere il riso quando siete fra voi. ? Non un corpo ma una sembianza di corpo ? : capirei il senso di una espressione
siffatta se si trattasse di immagini di cera o di terracotta. Ma che cosa significhi in un dio ? una sembianza di corpo ? ed
? una sembianza di sangue ? non riesco proprio a capirlo. E neppure tu lo capisci, mio caro Velleio, anche se non vuoi
confessarlo.
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